Comitato Regionale

Sardegna

Battiamo il silenzio

Uisp per la tutela dei diritti dei minorenni nello sport. Battiamo il silenzio, la campagna del Dipartimento Sport per la tutela dei minorenni. Parla Loredana Barra responsabile Politiche per l’educazione Uisp.

 

A che cosa serve la campagna Battiamo il silenzio?

Battiamo il silenzio per far emergere il numero oscuro che è il rapporto tra i reati denunciati e quelli realmente commessi. I reati commessi sono di gran lunga superiori a quelli denunciati

Battiamo il silenzio per accendere un riflettore su questo numero oscuro per fare in modo che tutto il mondo dello sport diventi un luogo sicuro. 

Il silenzio si batte innanzitutto rendendo gli adulti più consapevoli del loro ruolo educativo e della loro responsabilità nei confronti dei minorenni 

Il silenzio si batte fornendo al mondo dello sport degli strumenti essenziali per la protezione dei minorenni:questo l’intento del Dipartimento dello sport nel costruire una Policy per tutto il mondo dello sport e dell’ associazionismo sportivo con la speranza che tutti si attivino per dotarsi di un documento che protegga i nostri bambini e bambine e che operino nell’ottica della prevenzione degli abusi e dei maltrattamenti. 

Perchè l’Uisp ha aderito? Risponde Loredana Barra, responsabile Politiche per l’educazione Uisp.
“L’Uisp ha messo a disposizione la sua esperienza su questi temi, facendo anche un'autoanalisi di come migliorare le procedure di protezione ed estenderle alle asd affiliate. Il tavolo della segnalazione è stato un tavolo importante e impegnativo perché si è occupato di fornire e creare strumenti per far uscire i bambini, ma anche gli adulti, dal silenzio che accompagna gli abusi sui minorenni nel mondo dello sport”

“I comitati regionali di Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Piemonte, Lazio, Liguria, Trentino Alto Adige sono già in campo per la contaminazione di pratiche di tutela a partire dalle asd e società sportive affiliate. La campagna nazionale si sta allargando a tutte le società e asd del territorio, attraverso il lavoro di tutti i Comitati regionali e territoriali Uisp”.

GUARDA IL VIDEO DEL DIPARTIMENTO PER LO SPORT CON L'INTERVENTO DI LOREDANA BARRA

Ci sono alcune parole chiave che l’Uisp ha scelto per diffondere la campagna?
“Sì, sono libertà, comunicazione e benessere. Il messaggio dell’Uisp è rivolto a tutti i minorenni che iniziano a praticare uno sport 

LIBERTÀ: i bambini devono sentirsi liberi  di muoversi, di giocare e divertirsi, fare sport è un diritto e per essere un diritto deve essere per tutti, altrimenti è un privilegio.

Cosa direbbe l'Uisp ad un bambino che inizia a fare sport: “Fare sport è un tuo diritto e gli adulti devono aiutarti a realizzarlo. Devi sentirti libero di muoverti come sai, come puoi, devi essere te stesso, diverso da tutti gli altri, unico e speciale, sempre”. 

COMUNICAZIONE: il corpo in movimento è il primo e il più arcaico canale comunicativo per il bambino e questo dà un valore enorme alla pratica sportiva sin dalla più tenera età. Cosa diciamo ad un bambino? "Il corpo non dice bugie, se non riesci a dirlo con le parole prova a dirlo con il tuo corpo".

BENESSERE: le neuroscienze ci insegnano che anche lo sport e il movimento possono costruire circuiti di memorie permanenti di benessere, oppure (purtroppo) di malessere. Se il bambino praticando sport prova un’emozione di gioia, questa traccia resterà nelle sue memorie per sempre; se invece prova paura, disistima e noia, saranno queste le tracce che resteranno nella sua memoria. Ogni volta quindi che si ritroverà, anche da adulto, a dover fare un gesto motorio più o meno tecnico legato in qualche modo ad una forte esperienza emotiva, recupererà l’emozione che ha provato durante la fase di apprendimento di quel gesto motorio. 

Cosa diciamo ad un bambino? “Lo sport deve farti stare bene, perché se così non fosse c’è qualcosa che non va in quel mondo. Se non ti diverti, se ti senti triste, se non riesci ad esprimerti, perché hai paura di qualcosa o di qualcuno devi dirlo ad una persona di cui ti fidi, mamma, papà, un insegnante … e se non trovi le parole allora fai parlare il tuo corpo”. 

L’invito agli adulti che si occupano di minorenni nel mondo dello sport 

Guardare: “Impariamo a guardare i bambini”. Alcuni fallimenti nei contesti educativi sono dovuti alla mancanza di cura degli adulti di riferimento nei confronti dei bambini, a qualcosa che sfugge al nostro sguardo. I bambini ci chiedono di essere visti, e nel nostro sguardo attento, possono crescere sicuri". 

Ascoltare: "Impariamo ad ascoltare i bisogni del bambino come prioritari rispetto ad altri; il risultato immediato e la performance sportiva possono aspettare. Il corpo dei bambini “parla” e informa l’adulto non soltanto di ciò che sa, ma soprattutto di ciò che prova. Ma se c’è un corpo che parla, ci deve essere un corpo che ascolta che sappia cioè assumere la comunicazione corporea come un messaggio educativo professionale".

Aiutare: "Possiamo essere adulti che aiutano a Battere il silenzio solo se siamo consapevoli che subire maltrattamenti o violenza durante l'infanzia causa danni importantissimi allo sviluppo del cervello dei bambini e delle bambine, con effetti negativi per la crescita sotto tutti i punti di vista. Nella prevenzione del rischio di abusi nel mondo dello sport dobbiamo essere formati e informati su tutti gli interventi da compiere prima, durante e dopo che l’abuso si è manifestato. Tale logica richiede modificazioni profonde nelle abitudini mentali di tutti coloro che si occupano d’infanzia".

 

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